giovedì 5 marzo 2009

L'ho vista lunga, ragazzi...

Nell'esatto momento in cui ho smesso di interessarmi dei problemi altrui, l'ho vista lunga, molto lunga, più lunga di quanto possiate immaginare, e più di quanto io consapevolmente fossi in grado di comprendere...non capirete le mie parole, benedetti esegeti, e ve ne sono grato...ciò significa che qualcuno soffre, qualcuno è felice, altri si annoiano ed altri se ne sbattono...mi dispiace...veramente...vorrei poter fare qualcosa...il problema è che non voglio...ma non intendo parlare di me, bensì di voi...di voi che della vostra piccola seppur enorme esistenza siete riusciti a cogliere solo i dettagli minimi, rammaricandovi di non aver veduto ciò che vi si presentò...non fraintendete, il mio non è superomismo da quattro soldi, solo l'espressione (per ora) massima del cinismo che mi distacca da più o meno qualsiasi forma al di fuori di me...sarò uno stronzo, a voi il giudizio...non mi lamento...

L'unica soddisfazione

Umberto, un uomo fiero e forte, virile e prestante, convinto ed ignorante. Si rifiuta di concepire l'esistenza di altre culture, altri linguaggi, altrui costumi; roba di poco conto, inferiore, non meritevole di rispetto.

Giunge un nordico, gli porge un saluto, ma Umberto non comprende e si chiude nel cappotto. I nordici rudi e maleducati, chissà quale improperio gli avrà lanciato.
Giunge un occidentale, accenna un omaggio, Umberto lo fucila con lo sguardo. Gli occidentali si credono chissà chi, lo avrà chissà come schernito.
Giunge un meridionale, accenna anche egli un saluto, nel suo idioma incomprensibile. I meridionali sanno solo lamentare, chissà cosa mai gli avrà urlato. Umberto lo ignora, deciso, solido, risoluto.
Giunge un orientale, incivile barbaro, che emette un suono gutturale nella sua direzione. Umby lo guarda schifato, nemmeno raccoglie l'insulto.

Ad un certo punto il nordico comincia a parlare con l'orientale: i due scherzano e ridono, sembrano prendere una qualche decisione. Si aggiunge alla discussione anche il meridionale, che apporta il suo parere.
Umberto non capisce e non vuole capire.
Poi il nordico va a fare due parole con l'occidentale, rivelandogli alcuni dettagli curiosi del loro progetto. L'occidentale si unisce al gruppo; i quattro confabulano compatti, in cerchio, come una squadra allo studio tattico.
Umberto cazzo! non capisce.
Cala il silenzio. I sorrisi scompaiono. Il nordico ed il meridionale si avvicinano piano ad Umberto lo stesso fanno occidente ed oriente. Nello stesso istante, precisi come orologi atomici, azione. Umberto non comprende, cade carponi. Perde molto sangue, le vistose ferite lo dilaniano. Umby teme. Ha paura. Morirà. Prima o dopo. Morirà con l'unica soddisfazione d'averlo avuto duro.

martedì 9 dicembre 2008

Meglio un cazzo stilizzato che un ebreo gasato

Non ho mai nutrito particolare interesse verso il macabro gusto per la questione ebraica. Nessuno sa niente, e quei pochi che qualcosa lo sanno, ti raccontano i campi di sterminio. Ma di fronte alle foto sappiamo tutti inorridire, eh! Mi hanno gonfiato le palle, e io me ne sono strafregato. Mi piace di più provare a capire perché la maggior parte degli uomini disegna cazzi stilizzati un po' ovunque.
Pensavo, per quale oscuro motivo psicopedagogico ragazzini tartassati da culi tette e veline si divertono disegnando il proprio membriciattolo in forme e proporzioni ridicole? Ci deve essere un guasto. Un amico mio risolve il problema con poche semplici dirette spicciole parole, votando per il cazzo al concorso di bellezza per il miglior organo sessuale. Quel concorso con i fiori.
Un giorno, a Torino, dopo due interminabili ore di geografia serena in un banco minuscolo, con il gomito che spintona il vicino e le ginocchia che infieriscono sulla schiena di quella davanti, sono andato a pisciare, al primo piano di palazzo. Ho salito le scale, dopo la porta con scritto “gentlemen”, e ho alzato gli occhi. “Erba libera!, “Nazi culo rotto”, “Comunisti di merda”, qualche commento del padreterno sempiterno, un cazzo stilizzato. Va bene. Aperta la porta, dentro la turca. Sul pulsantone bianco dell'inquisizione c'era appiccicato un adesivo delle wincs sorridenti. Una delle wincs ha la bocca aperta in una risata. Dopo la piscia, ho riguardato l'adesivo, notando appena, in penna nera, l'infame nascosto tra i fumetti, cazzo stilizzato che le si infila in bocca. Va bene. Va tutto estremamente bene.
Sono tornato a casa sollevato.

Quell'albero di pece


Sul l'albero la pece continuava
a ribollire. Pochi fili d'erba.
Qual che carogna. Metaforizzava
paesaggi, maestosa riserva
di passioni avvizzite per lo sdegno,
invischiava e ricopriva serva
del dolore il capo d'antico legno,
con fare di movenze singolari
taceva l'altrui guerra, l'altrui pegno.
Non mai rari di sole raggi cari
tentavano in vano di penetrare,
per cogliere, in linfa, echi normali.

Quell'albero di pece
Continuava a ribollire
E stanco d'avvizzire
Sognava di morire.

1988 - Di vita in morte di un parcheggio

Questa notte tira una brezza niente male, ma non è vento, e le foglie secche cadono dai rami con fare molto autunnale. Gialle e avvizzite. Luride e malconce. Sono alla piazza del paese, seduto su una delle panchine ambite da giovinastri e non. Un luogo squallido, un parcheggio, che ogni giorno ne vede tante ed ogni giorno vede le stesse. Accendo una sigaretta, con calma, inclinando la testa di lato come nei film western di ant'anni fa. Dunque, solitamente il posto presenta quattro gatti, ma ora non ci sta nessuno nei paraggi. In effetti, è notte fonda, forse dormono. Uno di loro dorme della grossa, è in coma. Non so se andare a trovarlo o no.
Ogni benedetta estate l'ho passata su queste maledette panchine, negli ultimi quattro anni, tra discussioni e asserzioni riguardo merda, sborra, cazzo, donne che passano e non ce n'è uno che abbia la decenza di non commentare, e documenti consegnati agli sbirri e quant'altro. Per fortuna l'estate è finita. Cominciavo ad odiarlo, questo posto. A osservarlo adesso, senza anima viva, sembra già un poco più affascinante, circondato da una melensa nebbia malinconica. Esprime tutto il dissapore per una mediocre e bistrattata esistenza, e mi mette a disagio. Le macchie di piscia sui muri che non vanno più via. Il bidone della spazzatura che non viene svuotato neanche a pagare. Il mucchio di spazzatura ai piedi del bidone. Le due panchine che perdono i pezzi e si frantumano come briciole di pane. Nel gelido torpore notturno si bloccano, come se il tempo si fermasse in un istante denso di abbandono. Ma la piazza sa di illudersi, e il tempo scorre soprattutto per lei.
Ho fumato metà sigaretta, pensando che tutto ciò mi ispira qualcosa di indefinito che prima o poi scriverò.
Ho finito la sigaretta pensando a quanto adoro l'espressionismo ed alla mia auto nuova.

1988 - Fino al filtro

Calcava la mano quella sera, mani pesanti dritte in viso, un male inimmaginabile.
Lei lo amava, tutte le botte del mondo non le avrebbero fatto cambiare idea. Certo che no. Neanche tutte le bellezze del mondo avrebbero pututo. Una volta era addirittura scappata, una vita da lasciare alle spalle, ma era presto ritornata, viaggio nel retro del furgone. Legata. Livida e violacea.
Piccola e fragile si era ricomposta, un panno umido per pulirsi le labbra dal sangue, in fondo lui era solo un poco nervoso. Come quella volta in cui l'aveva intagliata come una scultura. Ah! la forza dell'amore dove può portarci. Visioni catastrofiche e poca sostanza. In fondo erano lei del sessantotto e lui del sessantadue, tra pochi anni sarebbero morti, un po di pazienza ed un'altro po' di botte.
Quella sera le aveva prese perchè il capo-ufficio di lui non aveva voluto sentire storie. Un giorno di permesso per andare allo stadio a vedere la Juve no. Cazzo l'aveva mandato su tutte le furie. Dopo sole due settimane di mutua, non poteva negarglielo. E allora giù botte. Così ci si rilassa per bene. Ripresasi dalla discussione, in cucina a fare cena, lo spezzatino con la carote, a lui piace molto. Tanta carne e poca verdura, che si senta giusto una puntina di retrogusto. Poco sale, che fa male.E tanto sale che ostruisce le arterie. E la carne dura come il tavolo, come le sedie, il pavimento.E un colpo solo e su quel pavimento sangue. Cade la rivoltella dalla mano, la paura del futuro libero. E la corsa verso il telefono. Ho ucciso mio marito, venite. E l'attesa sul divano per l'arrivo della volante. Mai mezz'ora di libertà fu più bella, consolatoria. Peccato per la mamma al piano di sotto, l'avrebbe chiamata volentieri. Fumando una sigaretta. Lunga quinidici anni, goduta fino al filtro. Goduta fino al filtro. Esasperata fino al filtro. Quando finisce, ed è ora di accenderne un'altra.

martedì 18 novembre 2008

Comicità da farsi crescere i baffi

Buongiorno a tutti,
come ben saprete, sono stati approvati il progetto "Finanziaria-bis" e la collegata "Riforma-bis" l'altro ieri, e prevedono articoli interessanti che credo valga la pena notare:

Finanziaria-bis
ART. 1-7
  1. Taglio dell'80% alla fornitura d'acqua agli istituti scolastici italiani pubblici. Le spese verranno ridotte fornendo ad ogni famiglia una bacinella con cui gli studenti potranno portarsi l'acqua da casa. (Tutti noi ci ricordiamo di quando l'acqua non arrivava dappertutto);
  2. Taglio del 70% alla distribuzione di energia elettrica agli istituti scolastici italiani pubblici. Ad ogni studente verrà distribuita una serie di tre candele profumate al cocco ogni mese per illuminare in caso di necessità. (Tutti noi ci ricordiamo di quando la corrente elettrica era un lusso per pochi);
  3. Taglio del 80% della produzione di penne Bic blu/nere per studenti degli istituti scolastici italiani pubblici. Verranno sostituite progressivamente, in un arco di tre anni, e comunque, entro il 2011 da penna d'oca e calamaio. (Tutti noi ci ricordiamo della cara penna e del caro calamaio che il caro maestro unico ci insegnava ad usare);
  4. Taglio del 75% alla fornitura di attrezzature informatiche per gli istituti scolastici italiani pubblici. (Tutti noi ci ricordiamo di quando il caro maestro unico ci faceva scrivere a mano qualsiasi cosa con tanto di disegnini colorati, ed i calcoli ce li faceva fare a mano);
  5. Vendita graduale di Berlusconi al mercato nero degli organi cinese, entro e non oltre il 2011. (Tutti noi ci ricordiamo che quando c'era il caro maestro unico, non c'era il caro Berlusconi)
  6. Taglio del 60% alla produzione di Lines Seta Ultra per i docenti ed i maestri di sesso femminile. Qual'ora capiti ad un docente o ad un maestro di sesso femminile di accidentalmente incappare in malesseri di natura uterina, i suddetti non si recheranno a lavoro e perderanno il salario di tali giornate di lavoro mancate. Le somme risparmiate in tal modo verranno devolute alla nobile causa "Un ciclo per Alitalia" per salvare la compagnia aerea di bandiera italiana. (Niente commenti, questa è una gran cazzata);
  7. Taglio del 68% alla produzione di temperini e meccanismi simili per fare la punta alle matite di legno. Negli istituti scolastici italiani pubblici tale utensile verrà sostituito da un coltellino multiuso di fabbricazione svizzera, in dotazione ad ogni insegnante il quale si impegnerà e fare la punta se serve. (Tutti noi ci ricordiamo di quando il temperino era un coltellino);

Riforma-bis

  1. Nel tentativo di migliorare le precarie condizioni della didattica degli istituti scolastici italiani pubblici, verranno introdotte a partire dal 2009 le modalità di cui ai comma 1, 2, 3, e 4.
  • Comma 1: a partire dal 1 Gennaio 2009, sono aboliti gli avvisi ai genitori a casa sulla condotta inopportuna dei figli in ambiente scolastico, sostituiti con punizioni corporali la cui violenza si rimanda a giudizio dell'insegnante chiamato a punire. (Tutti noi ci ricordiamo delle care punizioni corporali del caro maestro unico);
  • Comma 2: a partire dal 1 Gennaio 2009, gli allievi delle scuole primarie verranno educati a scrivere correttamente con la mano destra; coloro che risultino mancini verranno introdotti in classi differenziate a scopo correttivo, e verranno reintegrati solo dopo il superamento di un esame di scrittura e bella grafia. (Tutti noi ci ricordiamo del caro diavolo mancino);
  • Comma 3: a partire da Gennaio 2010, nelle scuole primarie italiane, verranno istitutite classi differenziate per allievi non italiani e non comunitari; per ogni nazionalità verranno istutuite classi da massimo 30 allievi. Ogni classe avrà sede nella capitale della nazione di provenienza; in tal modo si cercherà di re-integrare meglio i non-comunitari nel paese da dove sono venuti. Il governo si impegnerà a spedire ad ogni famiglia ritonante in patria 1 barretta di cioccolato per il viaggio, 1 foto di Calderoli, 1 t-shirt unisex "Italy rules".

Signori miei, la situazione è meno grave di quanto sembri, per fortuna abbiamo ancora la salut... o forse n...?

sabato 25 ottobre 2008

Quando la piscia non centra la tazza, ovvero GRAZIE AL CAZZO!

Ho cediso di pubblicare un parere, spero condivisibile, sui casini di questo periodo riguardo alla "riforma Gelmini", perchè credo che le cose non vadano per il verso giusto.
Per quanto posso osservare a Torino, sede dell'università che io frequento, vedo molta mobilitazione, scarsa informazione e grande goliardismo. Innanzitutto, il tanto urlato "no" ai tagli finanziari per università e ricerca italiane nasce da una profonda decontestualizzazione: ormai è opinione e certezza ed evidenza pubblica che i soldi mancano un po' ovunque (e molti sono accumulati in tasche dove non dovrebbero essere), quindi è ovvio che servano dei tagli ai finanziamenti. Certo, non solo nell'università. Lasciamo da parte la decisamente troppo strumentalizzata critica per i salari percepiti da parlamentari, portaborse etc., dove è ovvia la necessità di tagliare. Non sono qui per discutere dove vanno tagliate spese e finanziamenti e dove no, la mia scarsa informazione mi permetterebbe solo un parere alquanto ignorante e rosso.
Il 25 giugno 2008 viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto legge 112 legato alla manovra finanziaria 2009 del governo Berlusconi, decreto che si presenta come una vera e propria finanziaria, dove sono particolarmente evidenti i tagli in ambito cultura e conoscenza ed istruzione, mentre viene largamente incentivata la liberale privatizzazione e l'impresa privata (ammetto che, dalla parte mia, forse esagero, ma io statalizzerei più o meno il mondo intero). Il Ministro Tremonti denuncia e pubblica i dati dell'enorme ed inutile spreco delle spese per l'istruzione, i sindacati accusano il governo di corroborare i dati eccessivamente e di gonfiarli tirando acqua al proprio mulino. A chi dar ragione e fiducia? Direi abbastanza ad entrambi, presupposta la scarsa fiducia (spero di molti) nella sincerità del governo italiano, e la stereotipata ma in parte esistente tendenza dei sindacati a criticare tutto.
Ciò che mi fa sorridere è molti di questi Che da manifestazione in piazza appendono striscioni e cartelloni e fanno informazione sulla riforma Gelmini, quando questa l'università non la tocca. Vadano a bussare da Tremonti e dai suoi 'tagli'. Con ciò non intendo, ovviamente, includere tutti coloro che protestano, ci sono anche molte persone consapevoli, ma purtroppo vanno per la maggiore coloro che scendono in piazza tagliando la lezione al liceo per sentirsi forti e sessantottini, perchè la rivolta studentesca ha, ammettiamo, il suo fascino. Io sono per la protesta contro i tagli di Tremonti, ed anche contro la 'riforma Gelmini', ma andrebbe il tutto condotto in maniera un po' diversa, lasciando a casa centri sociali e inutili scalda-anime.
Comunque, a scanso di mala-informazione, gli articoli che toccano il mondo universitario sono l'articolo 16 e 17, Titolo II SVILUPPO ECONOMICO, SEMPLIFICAZIONE E COMPETITIVITà, Capo V Istruzione e ricerca del decreto legge 112, ora 133:
Art. 16.Facoltà di trasformazione in fondazioni delle università

1. In attuazione dell'articolo 33 della Costituzione, nel rispetto delle leggi vigenti e dell'autonomia didattica, scientifica, organizzativa e finanziaria, le Università pubbliche possono deliberare la propria trasformazione in fondazioni di diritto privato. La delibera di trasformazione e' adottata dal Senato accademico a maggioranza assoluta ed e' approvata con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze. La trasformazione opera a decorrere dal 1° gennaio dell'anno successivo a quello di adozione della delibera.
2. Le fondazioni universitarie subentrano in tutti i rapporti attivi e passivi e nella titolarità del patrimonio dell'Università. Al fondo di dotazione delle fondazioni universitarie e' trasferita, con decreto dell'Agenzia del demanio, la proprietà dei beni immobili già in uso alle Università trasformate.
3. Gli atti di trasformazione e di trasferimento degli immobili e tutte le operazioni ad essi connesse sono esenti da imposte e tasse.
4. Le fondazioni universitarie sono enti non commerciali e perseguono i propri scopi secondo le modalità consentite dalla loro natura giuridica e operano nel rispetto dei principi di economicità della gestione. Non e' ammessa in ogni caso la distribuzione di utili, in qualsiasi forma. Eventuali proventi, rendite o altri utili derivanti dallo svolgimento delle attività previste dagli statuti delle fondazioni universitarie sono destinati interamente al perseguimento degli scopi delle medesime.
5. I trasferimenti a titolo di contributo o di liberalità a favore delle fondazioni universitarie sono esenti da tasse e imposte indirette e da diritti dovuti a qualunque altro titolo e sono interamente deducibili dal reddito del soggetto erogante. Gli onorari notarili relativi agli atti di donazione a favore delle fondazioni universitarie sono ridotti del 90 per cento.
6. Contestualmente alla delibera di trasformazione vengono adottati lo statuto e i regolamenti di amministrazione e di contabilità delle fondazioni universitarie, i quali devono essere approvati con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze. Lo statuto può prevedere l'ingresso nella fondazione universitaria di nuovi soggetti, pubblici o privati.
7. Le fondazioni universitarie adottano un regolamento di Ateneo per l'amministrazione, la finanza e la contabilità, anche in deroga alle norme dell'ordinamento contabile dello Stato e degli enti pubblici, fermo restando il rispetto dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario.
8. Le fondazioni universitarie hanno autonomia gestionale, organizzativa e contabile, nel rispetto dei principi stabiliti dal presente articolo.
9. La gestione economico-finanziaria delle fondazioni universitarie assicura l'equilibrio di bilancio. Il bilancio viene redatto con periodicità annuale. Resta fermo il sistema di finanziamento pubblico; a tal fine, costituisce elemento di valutazione, a fini perequativi, l'entità dei finanziamenti privati di ciascuna fondazione.
10. La vigilanza sulle fondazioni universitarie e' esercitata dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze. Nei collegi dei sindaci delle fondazioni universitarie e' assicurata la presenza dei rappresentanti delle Amministrazioni vigilanti.
11. La Corte dei conti esercita il controllo sulle fondazioni universitarie secondo le modalità previste dalla legge 21 marzo 1958, n. 259 e riferisce annualmente al Parlamento.
12. In caso di gravi violazioni di legge afferenti alla corretta gestione della fondazione universitaria da parte degli organi di amministrazione o di rappresentanza, il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca nomina un Commissario straordinario, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, con il compito di salvaguardare la corretta gestione dell'ente ed entro sei mesi da tale nomina procede alla nomina dei nuovi amministratori dell'ente medesimo, secondo quanto previsto dallo statuto.
13. Fino alla stipulazione del primo contratto collettivo di lavoro, al personale amministrativo delle fondazioni universitarie si applica il trattamento economico e giuridico vigente alla data di entrata in vigore del presente decreto.
14. Alle fondazioni universitarie continuano ad applicarsi tutte le disposizioni vigenti per le Università statali in quanto compatibili con il presente articolo e con la natura privatistica delle fondazioni medesime.

Art. 17.Progetti di ricerca di eccellenza
1. Al fine di una più efficiente allocazione delle risorse pubbliche volte al sostegno e all'incentivazione di progetti di ricerca di eccellenza ed innovativi, ed in considerazione del sostanziale esaurimento delle finalità originariamente perseguite, a fronte delle ingenti risorse pubbliche rese disponibili, a decorrere dal 1° luglio 2008 la Fondazione IRI e' soppressa.
2. A decorrere dal 1° luglio 2008, le dotazioni patrimoniali e ogni altro rapporto giuridico della Fondazione IRI in essere a tale data, ad eccezione di quanto previsto al comma 3, sono devolute alla Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia.
3. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze e' disposta l'attribuzione del patrimonio storico e documentale della Fondazione IRI ad una società totalitariamente controllata dallo Stato che ne curerà la conservazione. Con il medesimo decreto potrà essere altresì disposta la successione di detta società in eventuali rapporti di lavoro in essere con la Fondazione IRI alla data di decorrenza di cui al comma 1, ovvero altri rapporti giuridici attivi o passivi che dovessero risultare incompatibili con le finalità o l'organizzazione della Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia.
4. Le risorse acquisite dalla Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia ai sensi del comma 3 sono destinate al finanziamento di programmi per la ricerca applicata finalizzati alla realizzazione, sul territorio nazionale, di progetti in settori tecnologici altamente strategici e alla creazione di una rete di infrastrutture di ricerca di alta tecnologia localizzate presso primari centri di ricerca pubblici e privati.
5. La Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia provvederà agli adempimenti di cui all'articolo 20 delle disposizioni per l'attuazione del codice civile e disposizioni transitorie, di cui al regio decreto 30 marzo 1942, n. 318.
I tagli sono necessari, non solo in maggior parte nell'ambito istruzione (magari), una riforma della struttura universitaria è necessaria, ma direi che procedendo verso la fondazione privata non andiamo per niente nel senso giusto. La corsa alla privatizzazione è il risultato del liberalismo e del sistema neocapitalistico che l'Italia tenta di inseguire. L'istruzione è pubblica e deve rimanere pubblica. Quindi l'università deve rimanere tale. Ciò non significa, ovviamente, non fare una bella e profonda pulizia, ma, così facendo, il governo se ne lava le mani. Bravi.
La situazione universitaria è decisamente troppo frammentaria e decentralizzata, e va regolata, ma l'università deve essere dello stato.
Riguardo alla 'riforma della scuola', esistono alcuni punti, come lo spauracchio "maestro unico", che mi fanno pensare "grazie al cazzo!". Dunque, tagli ai finanziamenti delle scuole, meno personale (docenti e ATA) all'interno delle istituzioni scolastiche (non ci sono soldi per pagare gli stipendi), e così, andando a funghi, salta fuori il ricordo del caro caro caro maestro unico. Quanto si stava bene con il maestro unico, vero? Prima, facciamo i tagli, poi, tiriamo fuori il maestro unico perchè i tagli danno meno soldi per pagare i salari. Parliamoci chiaro e non arriviamo a dire che le cose non si possono cambiare perchè la manovra finanziaria è entrata in azione. Sarebbe come se io una sera arrivassi a casa e trovassi mia moglie sul letto nuda e amplessata, con un tizio davanti che si riveste:
"Ma...?!"
"Embeh?""
"Si, ma non va bene, non si fa così"
"Ormai l'ho scopata"
"Eh, ma grazie al cazzo!"
Sarebbe come se mangiassi la tua caramella, e quando tu arrivi a chiedermela, io ti dicessi che ormai l'ho mangiata, se vuoi te la vomito.
Voto in condotta, scomparsa dei giudizi, grembiulini, non sono i passi importanti da criticare, come vedo fare nelle "illustri" trasmissioni televisive che invitano tanti simpatici politici a discuterne.
Il turn-over, articolo 66 dello stesso decreto, Titolo III STABILIZZAZIONE DELLA FINANZA PUBBLICA, Capo I Bilancio dello stato :
Art. 66.Turn over

1. Le amministrazioni di cui al presente articolo provvedono, entro il 31 dicembre 2008 a rideterminare la programmazione triennale del fabbisogno di personale in relazione alle misure di razionalizzazione, di riduzione delle dotazioni organiche e di contenimento delle assunzioni previste dal presente decreto.
2. All'articolo 1, comma 523, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 le parole «per gli anni 2008 e 2009» sono sostituite dalle parole «per l'anno 2008» e le parole «per ciascun anno» sono sostituite dalle parole «per il medesimo anno».
3. Per l'anno 2009 le amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 523, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 possono procedere, previo effettivo svolgimento delle procedure di mobilità, ad assunzioni di personale a tempo indeterminato nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa pari al 10 per cento di quella relativa alle cessazioni avvenute nell'anno precedente. In ogni caso il numero delle unità di personale da assumere non può eccedere, per ciascuna amministrazione, il 10 per cento delle unità cessate nell'anno precedente.
4. All'articolo 1, comma 526, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 le parole «per gli anni 2008 e 2009» sono sostituite dalle seguenti: «per l'anno 2008».
5. Per l'anno 2009 le amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 526, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 possono procedere alla stabilizzazione di personale in possesso dei requisiti ivi richiamati nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa pari al 10 per cento di quella relativa alle cessazioni avvenute nell'anno precedente. In ogni caso il numero delle unità di personale da stabilizzare non può eccedere, per ciascuna amministrazione, il 10 per cento delle unità cessate nell'anno precedente.
6. L'articolo 1, comma 527, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 e' sostituito dal seguente: «Per l'anno 2008 le amministrazioni di cui al comma 523 possono procedere ad ulteriori assunzioni di personale a tempo indeterminato, previo effettivo svolgimento delle procedure di mobilità, nel limite di un contingente complessivo di personale corrispondente ad una spesa annua lorda pari a 75 milioni di euro a regime. A tal fine e' istituito un apposito fondo nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze pari a 25 milioni di euro per l'anno 2008 ed a 75 milioni di euro a decorrere dall'anno 2009. Le autorizzazioni ad assumere sono concesse secondo le modalità di cui all'articolo 39, comma 3-ter della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni.».
7. Il comma 102 dell'articolo 3 della legge 24 dicembre 2007, n. 244, e' sostituito dal seguente: «Per gli anni 2010 e 2011, le amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 523 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, possono procedere, per ciascun anno, previo effettivo svolgimento delle procedure di mobilità, ad assunzioni di personale a tempo indeterminato nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa pari al 20 per cento di quella relativa al personale cessato nell'anno precedente. In ogni caso il numero delle unità di personale da assumere non può eccedere, per ciascun anno, il 20 per cento delle unità cessate nell'anno precedente.
8. Sono abrogati i commi 103 e 104 dell'articolo 3, della legge 24 dicembre 2007, n. 244.
9. Per l'anno 2012, le amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 523 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, possono procedere, previo effettivo svolgimento delle procedure di mobilità, ad assunzioni di personale a tempo indeterminato nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa pari al 50 per cento di quella relativa al personale cessato nell'anno precedente. In ogni caso il numero delle unità di personale da assumere non può eccedere il 50 per cento delle unità cessate nell'anno precedente.
10. Le assunzioni di cui ai commi 3, 5, 7 e 9 sono autorizzate secondo le modalità di cui all'articolo 35, comma 4, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, previa richiesta delle amministrazioni interessate, corredata da analitica dimostrazione delle cessazioni avvenute nell'anno precedente e delle conseguenti economie e dall'individuazione delle unità da assumere e dei correlati oneri, asseverate dai relativi organi di controllo.
11. I limiti di cui ai commi 3, 7 e 9 si applicano anche alle assunzioni del personale di cui all'articolo 3 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni. Le limitazioni di cui ai commi 3, 7 e 9 non si applicano alle assunzioni di personale appartenente alle categorie protette e a quelle connesse con la professionalizzazione delle forze armate cui si applica la specifica disciplina di settore.
12. All'articolo 1, comma 103 della legge 30 dicembre 2004, n. 311, come modificato da ultimo dall'articolo 3, comma 105 della legge 24 dicembre 2007, n. 244 le parole «A decorrere dall'anno 2011» sono sostituite dalle parole «A decorrere dall'anno 2013».
13. Le disposizioni di cui al comma 7 trovano applicazione, per il triennio 2009-2011 fermi restando i limiti di cui all'articolo 1, comma 105 della legge 30 dicembre 2004, n. 311, nei confronti del personale delle università. Nei limiti previsti dal presente comma e' compreso, per l'anno 2009, anche il personale oggetto di procedure di stabilizzazione in possesso degli specifici requisiti previsti dalla normativa vigente. Nei confronti delle università per l'anno 2012 si applica quanto disposto dal comma 9. Le limitazioni di cui al presente comma non si applicano alle assunzioni di personale appartenente alle categorie protette. In relazione a quanto previsto dal presente comma, l'autorizzazione legislativa di cui all'articolo 5, comma 1, lettera a) della legge 24 dicembre 1993, n. 537, concernente il fondo per il finanziamento ordinario delle università, e' ridotta di 63,5 milioni di euro per l'anno 2009, di 190 milioni di euro per l'anno 2010, di 316 milioni di euro per l'anno 2011, di 417 milioni di euro per l'anno 2012 e di 455 milioni di euro a decorrere dall'anno 2013.
14. Per il triennio 2010-2012 gli enti di ricerca possono procedere, previo effettivo svolgimento delle procedure di mobilità, ad assunzioni di personale a tempo indeterminato nei limiti di cui all'articolo 1, comma 643, della legge 27 dicembre 2006, n. 296. In ogni caso il numero delle unità di personale da assumere in ciascuno dei predetti anni non può eccedere le unità cessate nell'anno precedente.
Prima di tutto, si razionalizza, troppo personale ATA (è vero), troppi docenti. Pare che in futuro, per ogni cinque insegnanti che andranno in pensione, uno solo avrà una cattedra; una interpretazione semplicistica del taglio del 20% della spesa per il personale delle amministrazione pubbliche. Sono d'accordo, ci sono molti insegnanti, molto poco competenti, e pochi insegnanti "maestri". Meritocrazia, gli incompetenti a casa, insegna chi può farlo per merito (il merito deve essere perseguibile da tutti, non solo da chi si potrà permettere di frequentare le fondazioni private per laurearsi!). Inoltre, se il governo sa di avere n amministrazioni scolastiche sul territorio italiano, prepari dei piani che evitino di avere una enorme quantità di laureati pronti ad insegnare senza una cattedra per lavorare. La meritocrazia non va cercata fra coloro che ormai sono a fine carriera, deve essere lungimirante e improntata sulla formazione dei docenti futuri. Università più difficili e selettive (la selezione non è classista, ma meritocratica, mi raccomando eh!). Non si cambia un apparato statale in tre mesi, e nemmeno in tre anni. Ce ne vanno di più.
Per concludere, vorrei ricordare a tutti quanti che dopo la salita, segue sempre la discesa. Accettato che questa riforma scolastica è un disastro, non lasciamoci trasportare a criticare ogni proposta (cosa avvenuta con ogni riforma di ogni Ministro dell'istruzione negli ultimi governi). Quando compro una macchina nuova, mi indebito per anni a pagare le rate, ma poi ho la mia macchina. Quando compro una casa, apro un mutuo, e quando lo estingo ho la mia casa. Dopo aver bevuto, sto male, vomito, e poi mi sento meglio. Bisogna saper mangiare anche la merda per poter poi apprezzare il gusto della cioccolata. Le generazioni precedenti alla nostra hanno fatto declinare il loro futuro, presentandoci un disastroso presente che ora noi siamo tenuti a sostenere. Non si può avere senza dare, bisogna fare sacrifici. Poi cominceremo a smettere di pedalare in piedi sui pedali, e ci potremo sedere.
Amen.

giovedì 23 ottobre 2008


Ebbene si, ora suono in una band tributo dei Metallica con Gillo, mi diverto e mi faccio il culo. Anche se i Metallica non sono fra i miei primi ascolti.
Venerdì 31 Ottobre al Chicago Rock Pub in corso Sicilia, 3 - Torino, suoniamo...più o meno il 90 % delle miei amicizie non apprezza i Metallica...restante 10%, venite!...ola

martedì 21 ottobre 2008

...il mondo è piccolo, prima o poi ci si rincontra...

Il mio ultimo post risale al 20 Maggio 2008, e adesso siamo il martedì di 21 Ottobre, non ce la faccio, rimango indietro, non reggo i ritmi della rete...però latino l'ho passato...però non sto dietro a niente cazzomerda ('come consigliò edo')...progetti, si fanno un mucchio di progetti e alla fine non si conclude mai un cazzo di niente, le cose vengono lasciate nel dimenticatoio, poi tornano in mente, ma pare sempre troppo tardi per porre inutili toppe. Troppi casini raggruppati in una minuscola parte della propria esistenza, sembrano minchiate ma te la fanno passare male, in bypass, nel retroscena del teatrino disgustoso...se me lo chiedono, rispondo che va tutto bene, perchè sono un bugiardo no, ma perchè va seriamente tutto bene...è solo che ogni tanto bisogna sfogarsi; nell'iniqua superficialità mondiale, quale ascoltatore è meglio del lettore virtuale? leggi commenta fregatene il cazzo, fatti una bevuta, sbronzati, vai a scopare e poi confessati, non so chi tu sia lettore ma ti stimo assai. Stasera la mia caviglia era difettosa, non sapeva più saltare...il clima cambia, i vecchi punti saldi piano piano vanno scardinandosi in una tempesta di volubilità e seduzione. Ciò a cui ieri davi importanza, oggi ti accorgi che è una cazzata e che ti sei dato pena per niente. Ma il quieto vivere mi è stato inculcato da bambino, e non litigo e non voglio accendere focolai.
Vale la pena di uscire quel sabato sera ogni tanto, per rivedere le vecchie rassicuranti facce di sempre, facce che magari mi hanno lasciato in disparte, anzi, che io ho lasciato in disparte da quando sto con Lu...e chiedo scusa a tutti per essere tra virgolette un po' scomparso, non so chi di voi senta la mia mancanza e chi no, ma so di fare la cosa giusta, e se vedervi meno di un tempo significa avere Lucrezia, è un prezzo che sono disposto a pagare...e rinunciare a fermarmi all'oratorio al compleanno di Fra a riempirmi come un bue di alcool...e rinunciare al capodanno con gli amici...e rinunciare alle vacanze in Irlanda che mi sarebbe davvero piaciuto venire...
Forse il tono sembrerà un poco frustrato e oppresso, ma non è così, e so che non ve ne frega un cazzo, ma lo dico lo stesso. Appartenere a mondi diversi significa saper fare delle rinunce e sapersi adattare agli altri reciprocamente (chi ha trovato la pagnotta, la sappia assaporare con gusto e si sazi).

Rinunciare

Per chi ha cercato di confondersi
nella nebbia
per chi ha cercato di mentirmi
con dolcezza
per chi guardandomi mi dice che ti amo
per chi agitato cerca ancora la mia mano
per chi c'ha un dio
e chi non l'ha mai cercato
per chi ha sempre confuso
la sfiga con il fato
per chi si spegne le sigarette con la mano
per chi spegne gli incendi con una mano
per chi ragiona
quando tutti sono a terra
per chi sa giudicare solo data l'apparenza
per chi è morto da due anni o l'altro ieri
per chi ha la forza ma non pensa a usare i piedi
per chi si è addormentato poco più di un anno fa
e non si sveglia e mai si sveglierà
sotto casa mia
brillano le stelle
sotto casa mia...
Chiudo con una poesia...mi eclisso per altri sei mesi in cui penserò una marea di cose e non avrò mai un cazzo da scrivere...i miei migliori omaggi al mondo...

martedì 20 maggio 2008

Mi giro e il vuoto

Gli italiani sono vigliacchi, codardi, ce l'hanno nel culo tutto spinto in fondo e se lo tengono avidamente, guai a darne un po' agli altri. Non è egoismo, è omertà individuale. Basta un figlio di puttana d'accordo con un'altro figlio di puttana. Io il secondo lo chiamo stato italiano. E il primo scegliete voi. Non si piange miseria, tutti mangiamo, ma il fisico cede e le testa impazzisce, i sessanta non prendono abbastanza pensione, i cinquanta non sanno se la prenderanno, i quaranta non sanno come pagare le rate del mutuo, i trenta non sanno come andare via di casa, i venti non capiscono a cosa serva farsi il culo per poi mangiare merda tutta la vita. Magari ce ne sbattiamo il cazzo dell'immigrazione e pensiamo ai problemi seri, al fatto che per ogni ricco ci sono orde di poveracci e che per ogni arricchitto qualcuno agonizzando s'impoverisce. Puoi rinunciare al ristorantino? Si. Puoi rinunciare alla macchina bella bella? Si. Puoi rinunciare alla casa come la immaginavi? Si. Puoi rinunciare a crearti una famiglia? Puoi rinunciare ad un bambino?
I tempi sono amari, e a Roma se la prendono con i rom.
Mi giro e il vuoto.

Il treno Ventimiglia-Menton

Il treno Ventimiglia-Menton
Arriva con cinque minuti di ritardo alla stazion
Il treno da Menton a ventimiglia
Arriva sempre prima fortunato chi la piglia

Il treno Ventimiglia-Menton
Arriva con cinque minuti di ritardo alla stazion
Il treno da Menton a ventimiglia
Arriva sempre prima fortunato chi la piglia (e poi)

Il sedile è sporco
E fuori c’è vento
E il cielo è coperto

Ma ho in mente un viaggio un po’ diverso per noi due
E ho in mente una favola al contrario per noi due
Al punto d’arrivo tornare indietro per noi due (da da da)

Ma ho in mente un viaggio un po’ diverso per noi due
E ho in mente una favola al contrario per noi due
Al punto d’arrivo tornare indietro per noi due (da da da)

Capita, a volte...

E Antonio se la blaga
E Gillo ora lavora
E Fabio a volte studia
E il Bovaz corre in francia
E Apo si sente solo
E Giulia va in erasmus
E Lucky mi ama tanto
E Sara chi la sente
E Roby si ubriaca
E Brio commette un fallo
E Fra ha la erre moscia
Ed Elena è una statua
Ed Edo è un piedistallo
E Vale prende appunti
Ed Anna ha tutti trenta
E Jack fa l’ingegnere

Ed io che cosa faccio qui da solo
Con i piedi a penzoloni sopra il molo
Guardando l’orizzonte sopra il mare
Insegno ai pescecani ad amare

E Mauri fa i pezzoni
E Walter urla TORO!
E Dario va a puttane
E Claudia va con tutti
E Alan suona il basso
E Lori lecca le pietre
E Save guarda i bimbi
Ed Erik si finge tamarro
E Fabri sta in montagna
E Chiava si fa arrestare
E Lara ormai è persa
E Ire è ancore mia moglie
Ed Ale un po’ mi manca
E Manu difende l’euro
E Renato rimpiange la lira
E Grazia fa il giardino

E capita a volte
Di sognare ad occhi aperti

Anna non mette le magliette (2008)

Anna non mette le magliette
Senno le guardano le tette
Anna non vede nelle sballate
La nuova moda per l’estate

Nel grigio spento di una Torino centro
Che fa passare la voglia di aver qualsiasi voglia
(scusa sai) fai la perbenista, salutista, sarò schietto
ma secondo me è da ipocriti se ora andiamo a letto

Anna non mette le magliette
Senno le guardano le tette

Se vai a scuola con la minigonna
E all’insegnante le prende una madonna
Non lamentarti se poi ti trovi male
Ma a quanto pare non sono l’unico a guardare

Anna non fa che andar di qua e di la
Anna ha trovato chi la prende e non le va
Anna non fa che fare la soubrette
Anna lo so che tanto un giorno o l’altro smette

Anna non mette le magliette
Anna non mette le magliette

Anna non fa che andar di qua e di la
Anna ha trovato chi la prende e non le va
Anna non fa che fare la soubrette
Anna lo so che tanto un giorno o l’altro smette

mercoledì 23 gennaio 2008

Studiare Latino

Studio latino da due settimane e lo conosco già tutto, e non so perché, ma mi ricordo tutto. Vorrei scrivere ma non ho tempo. Voglio scrivere un giallo. Qui il pc è lento e la connessione internet è peggio. E bello postare una volta ogni sette mesi, non ho voglia di discutere con il computer che fa fatica ad aprire blogger...