sabato 25 ottobre 2008

Quando la piscia non centra la tazza, ovvero GRAZIE AL CAZZO!

Ho cediso di pubblicare un parere, spero condivisibile, sui casini di questo periodo riguardo alla "riforma Gelmini", perchè credo che le cose non vadano per il verso giusto.
Per quanto posso osservare a Torino, sede dell'università che io frequento, vedo molta mobilitazione, scarsa informazione e grande goliardismo. Innanzitutto, il tanto urlato "no" ai tagli finanziari per università e ricerca italiane nasce da una profonda decontestualizzazione: ormai è opinione e certezza ed evidenza pubblica che i soldi mancano un po' ovunque (e molti sono accumulati in tasche dove non dovrebbero essere), quindi è ovvio che servano dei tagli ai finanziamenti. Certo, non solo nell'università. Lasciamo da parte la decisamente troppo strumentalizzata critica per i salari percepiti da parlamentari, portaborse etc., dove è ovvia la necessità di tagliare. Non sono qui per discutere dove vanno tagliate spese e finanziamenti e dove no, la mia scarsa informazione mi permetterebbe solo un parere alquanto ignorante e rosso.
Il 25 giugno 2008 viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto legge 112 legato alla manovra finanziaria 2009 del governo Berlusconi, decreto che si presenta come una vera e propria finanziaria, dove sono particolarmente evidenti i tagli in ambito cultura e conoscenza ed istruzione, mentre viene largamente incentivata la liberale privatizzazione e l'impresa privata (ammetto che, dalla parte mia, forse esagero, ma io statalizzerei più o meno il mondo intero). Il Ministro Tremonti denuncia e pubblica i dati dell'enorme ed inutile spreco delle spese per l'istruzione, i sindacati accusano il governo di corroborare i dati eccessivamente e di gonfiarli tirando acqua al proprio mulino. A chi dar ragione e fiducia? Direi abbastanza ad entrambi, presupposta la scarsa fiducia (spero di molti) nella sincerità del governo italiano, e la stereotipata ma in parte esistente tendenza dei sindacati a criticare tutto.
Ciò che mi fa sorridere è molti di questi Che da manifestazione in piazza appendono striscioni e cartelloni e fanno informazione sulla riforma Gelmini, quando questa l'università non la tocca. Vadano a bussare da Tremonti e dai suoi 'tagli'. Con ciò non intendo, ovviamente, includere tutti coloro che protestano, ci sono anche molte persone consapevoli, ma purtroppo vanno per la maggiore coloro che scendono in piazza tagliando la lezione al liceo per sentirsi forti e sessantottini, perchè la rivolta studentesca ha, ammettiamo, il suo fascino. Io sono per la protesta contro i tagli di Tremonti, ed anche contro la 'riforma Gelmini', ma andrebbe il tutto condotto in maniera un po' diversa, lasciando a casa centri sociali e inutili scalda-anime.
Comunque, a scanso di mala-informazione, gli articoli che toccano il mondo universitario sono l'articolo 16 e 17, Titolo II SVILUPPO ECONOMICO, SEMPLIFICAZIONE E COMPETITIVITà, Capo V Istruzione e ricerca del decreto legge 112, ora 133:
Art. 16.Facoltà di trasformazione in fondazioni delle università

1. In attuazione dell'articolo 33 della Costituzione, nel rispetto delle leggi vigenti e dell'autonomia didattica, scientifica, organizzativa e finanziaria, le Università pubbliche possono deliberare la propria trasformazione in fondazioni di diritto privato. La delibera di trasformazione e' adottata dal Senato accademico a maggioranza assoluta ed e' approvata con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze. La trasformazione opera a decorrere dal 1° gennaio dell'anno successivo a quello di adozione della delibera.
2. Le fondazioni universitarie subentrano in tutti i rapporti attivi e passivi e nella titolarità del patrimonio dell'Università. Al fondo di dotazione delle fondazioni universitarie e' trasferita, con decreto dell'Agenzia del demanio, la proprietà dei beni immobili già in uso alle Università trasformate.
3. Gli atti di trasformazione e di trasferimento degli immobili e tutte le operazioni ad essi connesse sono esenti da imposte e tasse.
4. Le fondazioni universitarie sono enti non commerciali e perseguono i propri scopi secondo le modalità consentite dalla loro natura giuridica e operano nel rispetto dei principi di economicità della gestione. Non e' ammessa in ogni caso la distribuzione di utili, in qualsiasi forma. Eventuali proventi, rendite o altri utili derivanti dallo svolgimento delle attività previste dagli statuti delle fondazioni universitarie sono destinati interamente al perseguimento degli scopi delle medesime.
5. I trasferimenti a titolo di contributo o di liberalità a favore delle fondazioni universitarie sono esenti da tasse e imposte indirette e da diritti dovuti a qualunque altro titolo e sono interamente deducibili dal reddito del soggetto erogante. Gli onorari notarili relativi agli atti di donazione a favore delle fondazioni universitarie sono ridotti del 90 per cento.
6. Contestualmente alla delibera di trasformazione vengono adottati lo statuto e i regolamenti di amministrazione e di contabilità delle fondazioni universitarie, i quali devono essere approvati con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze. Lo statuto può prevedere l'ingresso nella fondazione universitaria di nuovi soggetti, pubblici o privati.
7. Le fondazioni universitarie adottano un regolamento di Ateneo per l'amministrazione, la finanza e la contabilità, anche in deroga alle norme dell'ordinamento contabile dello Stato e degli enti pubblici, fermo restando il rispetto dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario.
8. Le fondazioni universitarie hanno autonomia gestionale, organizzativa e contabile, nel rispetto dei principi stabiliti dal presente articolo.
9. La gestione economico-finanziaria delle fondazioni universitarie assicura l'equilibrio di bilancio. Il bilancio viene redatto con periodicità annuale. Resta fermo il sistema di finanziamento pubblico; a tal fine, costituisce elemento di valutazione, a fini perequativi, l'entità dei finanziamenti privati di ciascuna fondazione.
10. La vigilanza sulle fondazioni universitarie e' esercitata dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze. Nei collegi dei sindaci delle fondazioni universitarie e' assicurata la presenza dei rappresentanti delle Amministrazioni vigilanti.
11. La Corte dei conti esercita il controllo sulle fondazioni universitarie secondo le modalità previste dalla legge 21 marzo 1958, n. 259 e riferisce annualmente al Parlamento.
12. In caso di gravi violazioni di legge afferenti alla corretta gestione della fondazione universitaria da parte degli organi di amministrazione o di rappresentanza, il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca nomina un Commissario straordinario, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, con il compito di salvaguardare la corretta gestione dell'ente ed entro sei mesi da tale nomina procede alla nomina dei nuovi amministratori dell'ente medesimo, secondo quanto previsto dallo statuto.
13. Fino alla stipulazione del primo contratto collettivo di lavoro, al personale amministrativo delle fondazioni universitarie si applica il trattamento economico e giuridico vigente alla data di entrata in vigore del presente decreto.
14. Alle fondazioni universitarie continuano ad applicarsi tutte le disposizioni vigenti per le Università statali in quanto compatibili con il presente articolo e con la natura privatistica delle fondazioni medesime.

Art. 17.Progetti di ricerca di eccellenza
1. Al fine di una più efficiente allocazione delle risorse pubbliche volte al sostegno e all'incentivazione di progetti di ricerca di eccellenza ed innovativi, ed in considerazione del sostanziale esaurimento delle finalità originariamente perseguite, a fronte delle ingenti risorse pubbliche rese disponibili, a decorrere dal 1° luglio 2008 la Fondazione IRI e' soppressa.
2. A decorrere dal 1° luglio 2008, le dotazioni patrimoniali e ogni altro rapporto giuridico della Fondazione IRI in essere a tale data, ad eccezione di quanto previsto al comma 3, sono devolute alla Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia.
3. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze e' disposta l'attribuzione del patrimonio storico e documentale della Fondazione IRI ad una società totalitariamente controllata dallo Stato che ne curerà la conservazione. Con il medesimo decreto potrà essere altresì disposta la successione di detta società in eventuali rapporti di lavoro in essere con la Fondazione IRI alla data di decorrenza di cui al comma 1, ovvero altri rapporti giuridici attivi o passivi che dovessero risultare incompatibili con le finalità o l'organizzazione della Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia.
4. Le risorse acquisite dalla Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia ai sensi del comma 3 sono destinate al finanziamento di programmi per la ricerca applicata finalizzati alla realizzazione, sul territorio nazionale, di progetti in settori tecnologici altamente strategici e alla creazione di una rete di infrastrutture di ricerca di alta tecnologia localizzate presso primari centri di ricerca pubblici e privati.
5. La Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia provvederà agli adempimenti di cui all'articolo 20 delle disposizioni per l'attuazione del codice civile e disposizioni transitorie, di cui al regio decreto 30 marzo 1942, n. 318.
I tagli sono necessari, non solo in maggior parte nell'ambito istruzione (magari), una riforma della struttura universitaria è necessaria, ma direi che procedendo verso la fondazione privata non andiamo per niente nel senso giusto. La corsa alla privatizzazione è il risultato del liberalismo e del sistema neocapitalistico che l'Italia tenta di inseguire. L'istruzione è pubblica e deve rimanere pubblica. Quindi l'università deve rimanere tale. Ciò non significa, ovviamente, non fare una bella e profonda pulizia, ma, così facendo, il governo se ne lava le mani. Bravi.
La situazione universitaria è decisamente troppo frammentaria e decentralizzata, e va regolata, ma l'università deve essere dello stato.
Riguardo alla 'riforma della scuola', esistono alcuni punti, come lo spauracchio "maestro unico", che mi fanno pensare "grazie al cazzo!". Dunque, tagli ai finanziamenti delle scuole, meno personale (docenti e ATA) all'interno delle istituzioni scolastiche (non ci sono soldi per pagare gli stipendi), e così, andando a funghi, salta fuori il ricordo del caro caro caro maestro unico. Quanto si stava bene con il maestro unico, vero? Prima, facciamo i tagli, poi, tiriamo fuori il maestro unico perchè i tagli danno meno soldi per pagare i salari. Parliamoci chiaro e non arriviamo a dire che le cose non si possono cambiare perchè la manovra finanziaria è entrata in azione. Sarebbe come se io una sera arrivassi a casa e trovassi mia moglie sul letto nuda e amplessata, con un tizio davanti che si riveste:
"Ma...?!"
"Embeh?""
"Si, ma non va bene, non si fa così"
"Ormai l'ho scopata"
"Eh, ma grazie al cazzo!"
Sarebbe come se mangiassi la tua caramella, e quando tu arrivi a chiedermela, io ti dicessi che ormai l'ho mangiata, se vuoi te la vomito.
Voto in condotta, scomparsa dei giudizi, grembiulini, non sono i passi importanti da criticare, come vedo fare nelle "illustri" trasmissioni televisive che invitano tanti simpatici politici a discuterne.
Il turn-over, articolo 66 dello stesso decreto, Titolo III STABILIZZAZIONE DELLA FINANZA PUBBLICA, Capo I Bilancio dello stato :
Art. 66.Turn over

1. Le amministrazioni di cui al presente articolo provvedono, entro il 31 dicembre 2008 a rideterminare la programmazione triennale del fabbisogno di personale in relazione alle misure di razionalizzazione, di riduzione delle dotazioni organiche e di contenimento delle assunzioni previste dal presente decreto.
2. All'articolo 1, comma 523, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 le parole «per gli anni 2008 e 2009» sono sostituite dalle parole «per l'anno 2008» e le parole «per ciascun anno» sono sostituite dalle parole «per il medesimo anno».
3. Per l'anno 2009 le amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 523, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 possono procedere, previo effettivo svolgimento delle procedure di mobilità, ad assunzioni di personale a tempo indeterminato nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa pari al 10 per cento di quella relativa alle cessazioni avvenute nell'anno precedente. In ogni caso il numero delle unità di personale da assumere non può eccedere, per ciascuna amministrazione, il 10 per cento delle unità cessate nell'anno precedente.
4. All'articolo 1, comma 526, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 le parole «per gli anni 2008 e 2009» sono sostituite dalle seguenti: «per l'anno 2008».
5. Per l'anno 2009 le amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 526, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 possono procedere alla stabilizzazione di personale in possesso dei requisiti ivi richiamati nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa pari al 10 per cento di quella relativa alle cessazioni avvenute nell'anno precedente. In ogni caso il numero delle unità di personale da stabilizzare non può eccedere, per ciascuna amministrazione, il 10 per cento delle unità cessate nell'anno precedente.
6. L'articolo 1, comma 527, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 e' sostituito dal seguente: «Per l'anno 2008 le amministrazioni di cui al comma 523 possono procedere ad ulteriori assunzioni di personale a tempo indeterminato, previo effettivo svolgimento delle procedure di mobilità, nel limite di un contingente complessivo di personale corrispondente ad una spesa annua lorda pari a 75 milioni di euro a regime. A tal fine e' istituito un apposito fondo nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze pari a 25 milioni di euro per l'anno 2008 ed a 75 milioni di euro a decorrere dall'anno 2009. Le autorizzazioni ad assumere sono concesse secondo le modalità di cui all'articolo 39, comma 3-ter della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni.».
7. Il comma 102 dell'articolo 3 della legge 24 dicembre 2007, n. 244, e' sostituito dal seguente: «Per gli anni 2010 e 2011, le amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 523 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, possono procedere, per ciascun anno, previo effettivo svolgimento delle procedure di mobilità, ad assunzioni di personale a tempo indeterminato nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa pari al 20 per cento di quella relativa al personale cessato nell'anno precedente. In ogni caso il numero delle unità di personale da assumere non può eccedere, per ciascun anno, il 20 per cento delle unità cessate nell'anno precedente.
8. Sono abrogati i commi 103 e 104 dell'articolo 3, della legge 24 dicembre 2007, n. 244.
9. Per l'anno 2012, le amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 523 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, possono procedere, previo effettivo svolgimento delle procedure di mobilità, ad assunzioni di personale a tempo indeterminato nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa pari al 50 per cento di quella relativa al personale cessato nell'anno precedente. In ogni caso il numero delle unità di personale da assumere non può eccedere il 50 per cento delle unità cessate nell'anno precedente.
10. Le assunzioni di cui ai commi 3, 5, 7 e 9 sono autorizzate secondo le modalità di cui all'articolo 35, comma 4, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, previa richiesta delle amministrazioni interessate, corredata da analitica dimostrazione delle cessazioni avvenute nell'anno precedente e delle conseguenti economie e dall'individuazione delle unità da assumere e dei correlati oneri, asseverate dai relativi organi di controllo.
11. I limiti di cui ai commi 3, 7 e 9 si applicano anche alle assunzioni del personale di cui all'articolo 3 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni. Le limitazioni di cui ai commi 3, 7 e 9 non si applicano alle assunzioni di personale appartenente alle categorie protette e a quelle connesse con la professionalizzazione delle forze armate cui si applica la specifica disciplina di settore.
12. All'articolo 1, comma 103 della legge 30 dicembre 2004, n. 311, come modificato da ultimo dall'articolo 3, comma 105 della legge 24 dicembre 2007, n. 244 le parole «A decorrere dall'anno 2011» sono sostituite dalle parole «A decorrere dall'anno 2013».
13. Le disposizioni di cui al comma 7 trovano applicazione, per il triennio 2009-2011 fermi restando i limiti di cui all'articolo 1, comma 105 della legge 30 dicembre 2004, n. 311, nei confronti del personale delle università. Nei limiti previsti dal presente comma e' compreso, per l'anno 2009, anche il personale oggetto di procedure di stabilizzazione in possesso degli specifici requisiti previsti dalla normativa vigente. Nei confronti delle università per l'anno 2012 si applica quanto disposto dal comma 9. Le limitazioni di cui al presente comma non si applicano alle assunzioni di personale appartenente alle categorie protette. In relazione a quanto previsto dal presente comma, l'autorizzazione legislativa di cui all'articolo 5, comma 1, lettera a) della legge 24 dicembre 1993, n. 537, concernente il fondo per il finanziamento ordinario delle università, e' ridotta di 63,5 milioni di euro per l'anno 2009, di 190 milioni di euro per l'anno 2010, di 316 milioni di euro per l'anno 2011, di 417 milioni di euro per l'anno 2012 e di 455 milioni di euro a decorrere dall'anno 2013.
14. Per il triennio 2010-2012 gli enti di ricerca possono procedere, previo effettivo svolgimento delle procedure di mobilità, ad assunzioni di personale a tempo indeterminato nei limiti di cui all'articolo 1, comma 643, della legge 27 dicembre 2006, n. 296. In ogni caso il numero delle unità di personale da assumere in ciascuno dei predetti anni non può eccedere le unità cessate nell'anno precedente.
Prima di tutto, si razionalizza, troppo personale ATA (è vero), troppi docenti. Pare che in futuro, per ogni cinque insegnanti che andranno in pensione, uno solo avrà una cattedra; una interpretazione semplicistica del taglio del 20% della spesa per il personale delle amministrazione pubbliche. Sono d'accordo, ci sono molti insegnanti, molto poco competenti, e pochi insegnanti "maestri". Meritocrazia, gli incompetenti a casa, insegna chi può farlo per merito (il merito deve essere perseguibile da tutti, non solo da chi si potrà permettere di frequentare le fondazioni private per laurearsi!). Inoltre, se il governo sa di avere n amministrazioni scolastiche sul territorio italiano, prepari dei piani che evitino di avere una enorme quantità di laureati pronti ad insegnare senza una cattedra per lavorare. La meritocrazia non va cercata fra coloro che ormai sono a fine carriera, deve essere lungimirante e improntata sulla formazione dei docenti futuri. Università più difficili e selettive (la selezione non è classista, ma meritocratica, mi raccomando eh!). Non si cambia un apparato statale in tre mesi, e nemmeno in tre anni. Ce ne vanno di più.
Per concludere, vorrei ricordare a tutti quanti che dopo la salita, segue sempre la discesa. Accettato che questa riforma scolastica è un disastro, non lasciamoci trasportare a criticare ogni proposta (cosa avvenuta con ogni riforma di ogni Ministro dell'istruzione negli ultimi governi). Quando compro una macchina nuova, mi indebito per anni a pagare le rate, ma poi ho la mia macchina. Quando compro una casa, apro un mutuo, e quando lo estingo ho la mia casa. Dopo aver bevuto, sto male, vomito, e poi mi sento meglio. Bisogna saper mangiare anche la merda per poter poi apprezzare il gusto della cioccolata. Le generazioni precedenti alla nostra hanno fatto declinare il loro futuro, presentandoci un disastroso presente che ora noi siamo tenuti a sostenere. Non si può avere senza dare, bisogna fare sacrifici. Poi cominceremo a smettere di pedalare in piedi sui pedali, e ci potremo sedere.
Amen.

7 commenti:

GiAn ha detto...

scusate il post interminabile

Matteo Piovanelli ha detto...

"6. Contestualmente alla delibera di trasformazione vengono adottati lo statuto e i regolamenti di amministrazione e di contabilità delle fondazioni universitarie, i quali devono essere approvati con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze. Lo statuto può prevedere l'ingresso nella fondazione universitaria di nuovi soggetti, pubblici o privati."

è concettualmente sbagliato che le università debbano riferire al ministero dell'economia. Per principio, proprio.

Per il resto, a me va bene che alcuni tagli ci siano, ma una comunità che tagli laddove nasce lo sviluppo, ovvero sulla ricerca di base e gli sviluppi di questa ricerca, non è una società sana. A me va bene che si taglino gli sprechi (forse non ce ne sono solo nel mondo della scuola).

"1. Al fine di una più efficiente allocazione delle risorse pubbliche volte al sostegno e all'incentivazione di progetti di ricerca di eccellenza ed innovativi, ed in considerazione del sostanziale esaurimento delle finalità originariamente perseguite, a fronte delle ingenti risorse pubbliche rese disponibili, a decorrere dal 1° luglio 2008 la Fondazione IRI e' soppressa."
Queste ingenti risorse, non le abbiamo mai viste. Saranno mica sparite per la maggior parte nei meandri della burocrazia dove sono dovute passare? Ma no, in Italia ste cose non succedono...
Poi, per quanto sia il mio settore, la ricerca in alta tecnologia non basta. L'italia non ha alcuna risorsa primaria da sfruttare per il suo mantenimento, quindi credo che si debbano sviluppare in parallelo le tecnologie E le infrastrutture per permettere di sfruttare il turismo senza che i turisti se ne rendano conto. Questo vuol dire ricercare anche nei campi umanistici, per i quali abbiamo tante di quelle risorse di base da poterci campare per anni. Poi, l'infrastruttura per la ricerca tecnologica presuppone l'esistenza di "clienti" che applichino le ricerche svolte. In Italia non abbiamo questo tipo di aziende, per cui i "clienti" sarebbero all'estero e spingerebbero ovviamente a portarsi via i ricercatori, visto che comunque all'estero i mezzi già ci sono, e se qui bisogna spendere mille per creare un laboratorio, là basta spenderne 100 per aggiornarlo. Per avere delle infrastrutture di ricerca degne di questo nome sul territorio bisogna necessariamente passare dalle università, dove ci sono i cervelli, ed investire sapend che non si avranno guadagni per almeno una decina di anni. Almeno due legislature. Io personalmente non credo che un governo italiano possa decidere di affrontare una spesa sapendo che i frutti verranno raccolti due legislature dopo, forse da quella che oggi è l'opposizione.

GiAn ha detto...

pienamente d'accordo

Jager_Master ha detto...

ok letto tutto. ho impiegato un pò ma volevo commentare dopo aver capito bene.

posto che alcune cose mi erano sfuggite, posto che ho ascoltato alcuni talk show sull'argomento (talk show perchè alla fin fine si mettono le mani in faccia come sempre manco fosse la lotta nel fango), posto che mi sono letto qualche articolo --> un'idea me la sono fatta.

Evito di essere ridondante.
Fra quello che dice gian e le precisazioni di brio...incredibilmente...non mi viene altro da dire!
Sono pienamente d'accordo con voi.
Mi sento inutile.

Matteo Piovanelli ha detto...

brio ha commentato?

Jager_Master ha detto...

volevo dire bovaz. ma fra grossi vi confondete.

Matteo Piovanelli ha detto...

merda, è pensare che siamo anche in due nazioni diverse, per semplificare le cose a voi che non sapete usare un telescopio...