giovedì 5 marzo 2009

L'unica soddisfazione

Umberto, un uomo fiero e forte, virile e prestante, convinto ed ignorante. Si rifiuta di concepire l'esistenza di altre culture, altri linguaggi, altrui costumi; roba di poco conto, inferiore, non meritevole di rispetto.

Giunge un nordico, gli porge un saluto, ma Umberto non comprende e si chiude nel cappotto. I nordici rudi e maleducati, chissà quale improperio gli avrà lanciato.
Giunge un occidentale, accenna un omaggio, Umberto lo fucila con lo sguardo. Gli occidentali si credono chissà chi, lo avrà chissà come schernito.
Giunge un meridionale, accenna anche egli un saluto, nel suo idioma incomprensibile. I meridionali sanno solo lamentare, chissà cosa mai gli avrà urlato. Umberto lo ignora, deciso, solido, risoluto.
Giunge un orientale, incivile barbaro, che emette un suono gutturale nella sua direzione. Umby lo guarda schifato, nemmeno raccoglie l'insulto.

Ad un certo punto il nordico comincia a parlare con l'orientale: i due scherzano e ridono, sembrano prendere una qualche decisione. Si aggiunge alla discussione anche il meridionale, che apporta il suo parere.
Umberto non capisce e non vuole capire.
Poi il nordico va a fare due parole con l'occidentale, rivelandogli alcuni dettagli curiosi del loro progetto. L'occidentale si unisce al gruppo; i quattro confabulano compatti, in cerchio, come una squadra allo studio tattico.
Umberto cazzo! non capisce.
Cala il silenzio. I sorrisi scompaiono. Il nordico ed il meridionale si avvicinano piano ad Umberto lo stesso fanno occidente ed oriente. Nello stesso istante, precisi come orologi atomici, azione. Umberto non comprende, cade carponi. Perde molto sangue, le vistose ferite lo dilaniano. Umby teme. Ha paura. Morirà. Prima o dopo. Morirà con l'unica soddisfazione d'averlo avuto duro.

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